Non con la mia faccia © giornaliste italiane
"Non con la mia faccia. Io denuncio”. Anche il nostro direttore Nadia Fondelli quale membro dell'associazione Giornaliste Italiane sostiene il flash mob che si svolgerà domani mercoledì 5 novembre alle 11.30 in piazza Capranica a Roma.
Obiettivo dell'iniziativa stare vicino alle donne vittime di questa violenza figlia dell'intelligenza artificiale e ricordare che diffondere illecitamente materiale realizzato con le nuove tecnologie è un reato.
infatti, in Italia è stata introdotta una tutela penale specifica che punisce con la reclusione da uno a cinque anni "chiunque cagiona un danno ingiusto ad una persona, cedendo, pubblicando o altrimenti diffondendo, senza il suo consenso, immagini, video o voci falsificati o alterati mediante l'impiego di sistemi di intelligenza artificiale e idonei a indurre in inganno sulla loro genuinità.
Per rompere il silenzio, sostenere le vittime e invitarle a denunciare come hanno fatto pubblicamente le colleghe vittime di questo reato Paola Ferrari e Manuela Romeno che hanno denunciato pubblicamente anche in trasmissioni televisive di ampio seguito.
"Serve accendere un riflettore e puntare l’attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni a tutti i livelli e dei main stream su un fenomeno che purtroppo è in ascesa.
E' importante aiutare le vittime a uscire dalla vergogna e denunciare. In questo caso - prosegue il nostro direttore - sono state toccate donne della comunicazione che sanno come agire e reagire, ma pensate come possano soffrire davanti a questo scempio donne fragili o peggio ancora ragazzine e adolescenti.
Mi domando solo - conclude - dove sono gli uomini che sono rimasti in silenzio e con loro tutte le donne in prima linea contro il fenomeno del me too e del patriarcato. Nessuna voce si è sollevata a sostegno, perchè?
Personalmente mi appello alle istituzioni fiorentine e toscane.A Firenze abbiamo la sindaca Sara Funaro anch'essa toccata da questo fenomeno e in regione la capo gabinetto Cristina Manetti da sempre in prima linea a difendere queste cause. Le giornaliste italiane ci sono, per alzare la loro voce, anche qui nella civilissima Toscana"


