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Patente ritirata a Manetti. FdI: "Giani la raggiunse in autostrada. Poi la accompagnò in Prefettura" - FOTO

La deputata Chiara La Porta rende nota la risposta all'interrogazione da lei presentata sul caso al Ministero dell'Interno.

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L'on. Chiara La Porta L'on. Chiara La Porta
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L'affaire del fermo in autostrada di Cristina Manetti ex capo gabinetto del presidente Eugenio Giani e neo assessore alla cultura e alla felicità raggiunge livelli davvero poco edificanti secondo la denuncia della deputata di Fratelli d'Italia Chiara La Porta che pubblica l'interrogazione presentata al Ministero degli interni.
Ci viene in mente un noto film di Alberto Sordi dove il personaggio interpretato arringava il popolo affermando "Io sono io e voi non siete un ...."

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani nel giorno delle elezioni regionali sarebbe andato "di persona da polizia stradale e Prefetto in sostegno alla sua capo gabinetto oggi assessore Cristina Manetti", fermata e multata il 13 ottobre scorso mentre percorreva la corsia d'emergenza sull'autostrada A11.
Ad affermarlo pubblicandolo sulla propria pagina Facebook è la deputata La Porta che sulla vicenda ha presentato interrogazione al Ministero dell'Interno postando la risposta scritta, firmata dal sottosegretario Wanda Ferro.
Negli incartamenti pubblicati da La Porta viene spiegato che durante un intervento per rallentamento nel tratto da Montecatini a Firenze la polizia stradale ha proceduto alla redazione del verbale di accertamento nei confronti di Manetti.
"All'altezza della corsia di accelerazione dello svincolo di Sesto Fiorentino, - si legge nei documenti - al fine di eludere la coda lasciava la carreggiata principale, percorreva la corsia di accelerazione per poi rientrare sulla carreggiata principale".
Sospesa la patente, con multa e decurtazione di 10 punti, durante l'accertamento è stato verbalizzata "la dichiarazione dell'interessata, la quale rappresentava di aver avuto un giramento di testa a causa di un abbassamento di pressione e di aver cercato di accostare lungo la carreggiata" richiedendo l'intervento di un'ambulanza, giunta sul posto.
Ricostruzione che combacia con quanto emerso inizialmente, seguito dall'annuncio di presentazione dell'interrogazione parlamentare da parte di La Porta. Quest'ultima, dalle carte diffuse, rende noto che sul posto "giungevano due auto dalle quali scendevano tre persone tra cui Giani" che "chiedevano notizie circa l'accaduto e domandavano altresì informazioni circa il permesso provvisorio per raggiungere il luogo di lavoro e indicazioni su un eventuale ricorso".

Presa l'auto di Manetti dalle persone giunte sul posto, nella stessa giornata "si è recata in Prefettura accompagnata da Giani ed è stata prontamente ricevuta dal Prefetto".
E in quella sede, continuano i documenti di La Porta, "le sono state fornite notizie sulla procedura connessa all'eventuale ricorso al Prefetto o al giudice di pace".

Grazie all'interrogazione parlamentare sappiamo per certo cosa è realmente accaduto e che - diversamente da quello che avrebbe fatto qualunque altro cittadino  la dottoressa Manetti, invece che chiamare il suo avvocato, chiamò il Presidente Giani, che si precipitò sul posto chiedendo alla Polizia notizie sull'accaduto.

Ma non finisce qua. Invece che attendere i tempi della Giustizia e agire nei modi previsti dalla Legge, ribadiamo come succede per tutti i cittadini, la neo assessora alla felicità - sempre accompagnata dal Presidente Giani - si è precipitata poche ore dopo il fatto, nelle stanze del Prefetto di Firenze competente ad assumere i provvedimenti sul ritiro della patente di guida che l'ha subito accolta,

Insomma alla faccia del siamo tutti uguali....

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