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"Non nel mio nome": Chiara Mazzei risponde a Spinelli e Capirossi sulla vicenda di Impruneta

La capogruppo di Insieme per Rufina prende le distanze dall’uso strumentale del tema della violenza di genere

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Chiara Mazzei Chiara Mazzei © nc
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“Da donna, da madre e da rappresentante delle istituzioni, dico basta alla strumentalizzazione di un tema così grave e importante come la violenza di genere”. Così Chiara Mazzei, capogruppo di Insieme per Rufina, interviene con decisione dopo le recenti dichiarazioni dell’assessora regionale Serena Spinelli e della consigliera Fiammetta Capirossi del Partito Democratico, in merito a quanto accaduto durante l’ultimo consiglio comunale di Impruneta.

Secondo Mazzei, le due esponenti dem “parlano senza conoscere i fatti”. L’episodio incriminato riguarda l’allontanamento forzato, da parte della polizia municipale, di un consigliere di opposizione durante la seduta, accompagnato – sempre secondo quanto riferisce Mazzei – da atteggiamenti inaccettabili: “Il presidente del Consiglio ha disattivato il microfono al consigliere, e il segretario comunale si è rivolto ai membri dell’opposizione con gesti e frasi volgari, come documentato dalle registrazioni ufficiali”.

Per la capogruppo di opposizione a Rufina, è “gravissimo che due dirigenti regionali, appartenenti al partito di maggioranza, ignorino la natura autoritaria e intimidatoria di quei comportamenti e cerchino di spostare il discorso su un piano completamente diverso, tirando in ballo in modo inappropriato la violenza di genere”.

“Così facendo – prosegue Mazzei – si finisce per svilirne la gravità, privandola della forza che dovrebbe avere ogni giorno nelle lotte che tante donne portano avanti. Le vere battaglie a difesa delle donne non si usano come scudi per coprire abusi di potere”.

Una presa di posizione netta, quella di Chiara Mazzei, che si conclude con un chiaro messaggio: “Non nel mio nome. Chi ha visto e sentito cosa è successo a Impruneta sa bene che siamo di fronte a qualcosa che ha più a che fare con le pratiche di un regime che con la democrazia. Chi fa politica dovrebbe saper distinguere. E tacere, quando non conosce i fatti”.

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