x
OK!Mugello

Mafia in Italia: a Firenze una tavola rotonda sul crimine organizzato per l’anteprima del Festival della Legalità 2025

Magistrati e avvocati analizzeranno le trasformazioni delle mafie nel nostro Paese, da nord a sud, Firenze inclusa.

  • 205
mafia mafia © nn
Font +:
Stampa Commenta

In un’Italia dove le mafie si trasformano, si radicano e si mimetizzano sempre di più nel tessuto economico e sociale, diventa fondamentale tenere alta l’attenzione sul fenomeno. È proprio con questo spirito che si terrà a Firenze, venerdì 23 maggio, l’evento “Mafia in Italia”, anteprima ufficiale del Festival della Legalità 2025, giunto alla sua nona edizione. L’incontro è in programma dalle ore 16 alle 19 presso la Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, in via del Pian dei Giullari 36. L’iniziativa è promossa da un fitto network di realtà impegnate nella cultura della legalità: la Fondazione Spadolini, la Fondazione I Medici F3, l’associazione Il Gomitolo – per la Legalità e Officine Creative.

Un dibattito urgente su una minaccia che cambia volto

Come si sono evolute le mafie nel nostro Paese? Quali forme assumono oggi, anche in territori come la Toscana, da sempre considerata zona "neutra"? Queste le domande al centro di una tavola rotonda che si preannuncia ricca di contenuti e riflessioni, con il contributo diretto di figure chiave nella lotta alla criminalità organizzata.

A introdurre i lavori saranno i saluti istituzionali di Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini, Mimma Dardano, presidente dell’associazione Il Gomitolo, e Paolo Gacci, presidente della Fondazione I Medici F3. Tre figure che, da tempo, promuovono una cultura della legalità fondata sul dialogo, sull’educazione civica e sulla memoria delle battaglie contro le mafie.

Interventi autorevoli contro la criminalità organizzata

Il cuore del convegno sarà rappresentato dagli interventi di magistrati e avvocati impegnati ogni giorno nella difesa della legalità:

  • Lucia D’Alessandro, sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Firenze, porterà un focus sullo scenario locale e sulle modalità con cui la mafia agisce oggi nei contesti urbani del centro-nord Italia;

  • Annamaria Frustaci, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, offrirà una panoramica sul fronte calabrese, dove la ‘ndrangheta resta una delle organizzazioni criminali più potenti e ramificate al mondo;

  • Piermario De Santo, avvocato del Foro di Firenze e membro dell’ufficio di presidenza della Fondazione Caponnetto, proporrà una riflessione su come la cultura giuridica e il diritto possano diventare strumenti di contrasto;

  • Simone Aiazzi, avvocato e segretario regionale del PRE (Partito Repubblicano Europeo), interverrà sulle prospettive politiche e istituzionali nel contrasto alla penetrazione mafiosa nei contesti locali.

L’incontro si configura come una preziosa occasione di confronto tra giuristi, istituzioni e cittadinanza, per restituire la complessità del fenomeno mafioso e per stimolare una partecipazione civica più consapevole e attiva.

Un’anteprima che apre la strada al Festival della Legalità 2025

L’appuntamento del 23 maggio è solo il primo di una serie di incontri previsti tra settembre e ottobre, nell’ambito del Festival della Legalità 2025, giunto quest’anno alla sua nona edizione. Un progetto che nel tempo ha saputo consolidarsi come un punto di riferimento nel panorama nazionale, grazie a una proposta culturale multidisciplinare fatta di dibattiti, spettacoli, laboratori per studenti e presentazioni di libri.

Il Festival nasce con l’intento di rendere la legalità un valore concreto, vissuto e partecipato, non solo come risposta repressiva al crimine, ma come cultura condivisa, come investimento formativo, come responsabilità collettiva.

La mafia a Firenze: una realtà silenziosa ma presente

Negli ultimi anni, anche in città come Firenze, la criminalità organizzata ha assunto forme nuove: infiltrazioni nell’economia legale, riciclaggio di denaro, uso delle imprese come veicoli per mascherare capitali illeciti. Non più solo minacce esplicite e violenza, ma strategie più sofisticate e meno visibili, che richiedono strumenti di analisi aggiornati e una cittadinanza informata.

“Firenze non è immune dal fenomeno mafioso”: questa frase, che sarà più volte richiamata durante il convegno, sintetizza un allarme che va ascoltato con attenzione. Non è più tempo di relegare le mafie al solo meridione. La loro espansione verso nord è ormai accertata e documentata.

Un messaggio forte: conoscere per resistere

Alla base dell’iniziativa c’è la consapevolezza che conoscere il nemico è il primo passo per combatterlo. La presenza di esperti di giustizia, come Lucia D’Alessandro e Annamaria Frustaci, testimonia il ruolo fondamentale di chi opera ogni giorno sul fronte giudiziario. Ma la lotta alla mafia ha bisogno anche di cittadini attenti, di scuole consapevoli, di imprese etiche.

Il convegno del 23 maggio rappresenta dunque un importante tassello in questo percorso collettivo, un invito alla riflessione, all’approfondimento, al confronto. In una data non casuale: proprio il 23 maggio si ricorda la strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Una memoria che torna ogni anno, non come semplice commemorazione, ma come richiamo alla responsabilità individuale e collettiva.


In un tempo in cui la mafia cambia pelle e si insinua nei gangli vitali della società, eventi come questo restano fondamentali. Perché, come diceva Paolo Borsellino, “la lotta alla mafia non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolga tutti”. E il Festival della Legalità, anche quest’anno, parte proprio da qui.

Lascia un commento
stai rispondendo a