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Dopo l'incendio al porto di Piombino, l'associazione Idra scrive alla Prefetta di Firenze e al Presidente della Regione Toscana chiedendo più sicurezza per eventuali disastri idrogeologici

La lettera chiede maggiori provvedimenti per quanto riguarda i lavori sul Nodo ferroviario ad Alta Velocità, per prevenire rischi di alluvione

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Lavori a Firenze durante un'alluvione Lavori a Firenze durante un'alluvione © Idra Onlus
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Nella giornata di oggi, Venerdì 22 agosto, l'associazione ecologista Idra ha scritto una lettera alla prefetta di Firenze Francesca Ferradino, chiedendole di prestare attenzione davanti alla presunta "insufficienza delle procedure di sicurezza adottate nella città di Firenze nella circostanza della cantierizzazione del progetto Nodo ferroviario Alta Velocità / Alta Capacità, attualmente in corso". 

La lettera è stata scritta a seguito dell'incendio, avvenuto lo scorso 20 agosto al porto di Piombino, dove si trova il discusso rigassificatore, che ha coinvolto la sala macchine del traghetto Corsica Express three, coinvolgendo 276 passeggeri e 17 membri dell'equipaggio, evacuati in mare attraverso gli scivoli di emergenza. 

Secondo un comunicato diffuso da Idra, la città di Firenze si troverebbe in precarie condizioni in questo senso, alle quali si aggiungono i lavori di scavo in corso nel sottosuolo, da est a ovest, che dovrebbero durare per almeno altri quattro anni, i quali lascerebbero la città, i suoi abitanti e i suoi visitatori, in balia di rischi che nessun piano emergenza avrebbe ancora pianificato di studiare e affrontare.

Una necessità già evidenziata alla quale è seguita una nota del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, la quale certifica che i lavori di scavi del tunnel di oltre 12 km per la linea TAV, inaugurati nel maggio 2023, procederebbero al di fuori del perimetro fissato da ben due decreti ministeriali.

Lo stesso comunicato di Idra, richiama il Decreto ministeriale del 28 ottobre 2005, che impone la redazione di un piano di emergenza per lavori sul sottosuolo che si sviluppino per almeno 1000 metri debba avvenire prima dell'inizio degli stessi, dovendo risultare nel progetto esecutivo. Questo per prevenire fenomeni di allagamento, soprattutto in una città come Firenze dove in un'area di esondazione di torrenti minori (come il Terzolle e il Mugnone), si trovano una stazione e delle gallerie, senza contare che oltre l'attuale contesto di crisi climatica, la città è stata più volte soggetta ad alluvioni.

La lettera cita anche il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, soffermandosi sulla volontà manifestata di dare concretezza alla prevenzione di eventuali disastri idrogeologici e riferendosi al dossier di mappatura di tutta la regione inviato a Roma proprio in questi giorni. A lui è indirizzato un richiamo in particolare.

Pur messo ripetutamente e formalmente al corrente delle conclamate criticità e inadempienze istituzionali descritte, legate all’imponente cantierizzazione sotterranea TAV della città capoluogo della regione,  Ella non risulta aver adottato sin qui alcuna iniziativa atta stabilire le condizioni di ottemperanza alle norme e di tutela della collettività che tuttora – come ci confermano dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze – difettano a dispetto dell’allarme notificato tredici mesi or sono. Torniamo quindi a sottoporLe qui, gentile Presidente, l’istanza di un sollecito intervento e la richiesta di un colloquio che possa concorrere a un rapido ritorno a condizioni di legalità nella cantierizzazione della città di Firenze.

 

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Commenti 1
  • Girolamo Dell'Olio

    Grazie, Graziano! Meno male che ci siete almeno voi. Com'è normale, la 'grande stampa indipendente' ci ignora...

    rispondi a Girolamo Dell'Olio
    sab 24 agosto 05:34