UN momento del flash mob © Giornaliste Italiane
"Non con la mia faccia", è stato lo slogan del flash mob, organizzato da Giornaliste italiane, che si è svolto ieri mattina a Roma in piazza Capranica.
Un evento voluto dall'associazione nazionale delle Giornaliste Italiane di cui fa parte anche il nostro direttore Nadia Fondelli per esprimere vicinanza alle tante donne e colleghe, vittime della diffusione in rete di materiale pornografico realizzato con l'intelligenza artificiale, utilizzando i loro volti.
"Donne virtualmente spogliate con l'IA e messe alla gogna pubblica. Da mesi quello che sta diventando un fenomeno di massa, promette di superare nuovi limiti e la violenza online assume i contorni di uno stupro digitale", sottolineano dall'associazione, con l'invito a denunciare.
Simbolo dell'iniziativa, una maschera bianca per rappresentare l'anonimato imposto e subito da chi viene violato nella propria immagine digitale. Obiettivo della mobilitazione è stato quello di puntare l'attenzione dell'opinione pubblica su un fenomeno grave e in crescita.
In Italia con la legge promossa dal governo e approvata dal Parlamento è stata introdotta una tutela penale specifica che punisce con la reclusione da uno a cinque anni.
Molti i volti noti del giornalismo e non solo presenti in piazza per portare testimonianza di quanto subito in questi mesi, da Manuela Moreno a Paola Ferrari, vittime della violenza digitale, con loro il mondo della politica, dal ministro per le Pari opportunità Eugenia Roccella, al leader di Azione Carlo Calenda.
Poi presenti la presidente dei deputati di Italia Viva, Maria Elena Boschi e l'assessore della Regione Lazio, Simona Baldassarre.
Tra i parlamentari presenti anche Maria stella Germini, Maurizio Lupi, Marta Schifone, Elisabetta Gardini e Lucio Malan.
Il flash mob è iniziato doverosamente nel giorno el lutto nazionale a Roma con un minuto di silenzio dedicanto a Octay Stroici, l'operaio morto nel crollo della Torre dei Conti. Tra i parlamentari presenti anche Maria stella Germini, Maurizio Lupi, Marta Schifone, Elisabetta Gardini e Lucio Malan.
Una presenza "che va oltre gli schieramenti politici" e, come osservato dal presidente di Giornaliste Italiane, Paola Ferazzoli, perché questo tema "va oltre il colore politico, una partecipazione che punta a porre fine a questo fenomeno drammatico che tocca particolarmente le donne".
Il ministro Eugenia Roccella ha tenuto a sottolineare quanto fatto sul tema dal governo Meloni e quanto ancora dovrà esser fatto sul tema. "Una seconda legge che deve fare un ultimo passaggio il 25 novembre in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. E' una legge approvata all’unanimità al Senato e auspichiamo che accada anche alla Camera proprio per segnalare che siamo tutti insieme e uniti e su questo tema non ci sono divisioni di partito o ideologiche", ha spiegato Roccella.
"Auspichiamo che anche la Toscana e Firenze, terre di cultura e solidarietà voglia con le sue figure apicali fra cui la sindaca Sara Funaro anche lei vittima del fenomeno e la capo gabinetto della Regione Toscana ideatrice del "festival delle donne" Cristina Manetto vogliano organizzare un momento, anche di riflessione sul tema" sottolinea il nostro direttore Nadia Fondelli.


