Ladro - furto © Pixabay
Due furti in un solo mese all’interno della sede dell’Humanitas di Firenze e ben tre colpi consecutivi nello stesso ufficio dell’Humanitas di Scandicci. A questi episodi si aggiungono anche le incursioni subite dal Cui, l’associazione che si occupa di disabilità e che aderisce alla rete delle pubbliche assistenze. Una serie di episodi che sta creando una situazione di crescente preoccupazione tra i volontari delle realtà associative della provincia di Firenze, già impegnati ogni giorno in attività essenziali per la comunità.
I ladri hanno colpito con regolarità, mostrando di non avere alcuno scrupolo nell’introdursi in sedi che da sempre rappresentano un punto di riferimento per chi vive situazioni di fragilità. L’effetto di questi furti non è solo di natura economica. Il danno più grave è quello psicologico: i volontari si sentono esposti, privi di tutele adeguate e sempre più soli di fronte a un fenomeno che rischia di compromettere la loro operatività quotidiana.
Di fronte a questi fatti ripetuti, il presidente di Anpas Toscana, Dimitri Bettini, ha deciso di lanciare un appello chiaro e diretto. Da una parte, Bettini ha espresso gratitudine per il lavoro costante delle forze dell’ordine. Dall’altra, ha chiesto un impegno ulteriore per garantire la sicurezza dei volontari e delle sedi. “Le nostre associazioni ogni giorno lavorano a servizio del prossimo e fanno sacrifici anche di natura economica per garantire a tutti la stessa efficienza”, ha ricordato Bettini.
È proprio questa dedizione a rendere ancora più inaccettabile la sistematicità dei furti. Chi sottrae beni e strumenti alle associazioni di volontariato, infatti, colpisce indirettamente anche i cittadini che beneficiano di servizi fondamentali: il trasporto sanitario, il supporto alle persone con disabilità, l’assistenza domiciliare, la risposta alle emergenze. Servizi che esistono grazie alla generosità di centinaia di volontari e alla solidarietà di chi dona risorse.
La preoccupazione di Anpas Toscana non si limita al danno materiale. Il ripetersi degli episodi ha alimentato nei volontari un senso di insicurezza che rischia di trasformarsi in sfiducia. Per questo, Bettini ha annunciato l’invio di una lettera al prefetto di Firenze, per chiedere maggiore tutela e disponibilità ad avviare tutte le iniziative necessarie per affrontare la situazione.
Secondo quanto emerso, i ladri avrebbero agito con modalità analoghe in più occasioni, entrando negli uffici e portando via denaro contante e dispositivi elettronici utilizzati per le attività operative. La sensazione diffusa è che i colpi siano stati pianificati, approfittando di orari e momenti in cui le sedi erano meno presidiate.
Il presidente di Anpas Toscana ha sottolineato l’importanza di un controllo più capillare del territorio, sia da parte delle istituzioni sia grazie al coinvolgimento attivo dei cittadini. “Chiediamo inoltre ai cittadini per bene, alla nostra comunità, di essere vigili, e di parlarsi di più in modo che il controllo del territorio sia un bene comune. Basta indifferenza!”, ha dichiarato Bettini.
Questo appello a una maggiore coesione sociale nasce dalla consapevolezza che la sicurezza non può essere demandata esclusivamente alle forze dell’ordine. Un presidio costante del territorio passa anche attraverso la collaborazione tra enti pubblici, volontari e residenti. Ogni segnalazione, ogni informazione condivisa può diventare un tassello utile per prevenire nuovi episodi.
Gli ultimi mesi hanno messo alla prova la resilienza delle associazioni di pubblica assistenza. La pandemia aveva già inciso pesantemente sulle risorse economiche e organizzative, e ora i furti rischiano di aggravare ulteriormente le difficoltà. Tuttavia, come ha ribadito Anpas Toscana, la risposta non sarà quella della rassegnazione.
“Collaboriamo da anni con tutte le forze dell’ordine e sappiamo quanto impegno ogni giorno devono mettere a tutela della collettività, per questo non possiamo che ringraziarli”, ha evidenziato Bettini. Ma il ringraziamento non esclude la richiesta di nuove misure, anche straordinarie, per garantire che chi offre il proprio tempo per aiutare gli altri possa farlo senza timore di essere derubato.
La situazione delle sedi di Firenze e Scandicci dimostra quanto sia urgente un piano condiviso per rafforzare la sicurezza di spazi che hanno una funzione sociale irrinunciabile. Una rete di protezione che deve basarsi su una strategia comune: sorveglianza, sensibilizzazione dei cittadini, collaborazione istituzionale e investimenti mirati.
Il rischio, se non si interviene con decisione, è che la ripetizione dei furti produca un effetto dissuasivo tra i volontari e spinga alcune associazioni a ridimensionare le proprie attività. Una prospettiva che il territorio non può permettersi. Ogni presidio di solidarietà rappresenta infatti un patrimonio di competenze, relazioni e fiducia che si costruisce con anni di impegno e dedizione.
Il futuro della sicurezza delle pubbliche assistenze passa anche dalla capacità di riconoscere il valore di chi ogni giorno mette al centro il bene comune. E di garantire loro non solo gratitudine, ma anche strumenti concreti per continuare a farlo.


