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Firenze ha dichiarato guerra agli alberi?

L'attacco alle politiche green all'amministrazione comunale fiorentina.

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La diversità in città con o senza alberi La diversità in città con o senza alberi © centro parchi internazionale
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Come se non bastasse il penultimo posto nazionale per la vivibilità climatica di una città trasformatasi dal punto delle temperature a una città indiana (articolo qui) i persistenti codici rossi per rischio della salute pubblica per le temperature troppo alte che prosegue ormai da quasi un mese (leggi qui) i guai per l'amministrazione Funaro sembrano non finire per la gestione evidentemente non conferme del verde e della salubrità pubblica.

A scendere nell'agone è questa volta un nome grosso. Il professor Franco Tassi, storico direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo dal 1969 al 2002 e promotore nel 1977 del Centro Parchi Internazionale, organizzazione che raggruppa svariate realtà ambientaliste.
Tassi è entrato prepotentemente nella discussione sul verde pubblico a Firenze, attraverso un comunicato stampa, molto critico con l’Amministrazione Comunale, diramato a firma congiunta con Margherita Martinelli, altra esponente del Centro Parchi Internazionale che pubblichiamo di seguito.

Al comunicato stampa, era allegato anche il grafico esplicativo dei concetti riportati nello stesso, al quale si riferisce la foto che alleghiamo e a corredo dell’articolo.
L’intervento del professor Franco Tassi e di Margherita Martinelli, deve far riflettere sulle politiche ambientaliste, che vengono messe in atto a Firenze ma più in generale, come sottolineato dagli stessi, in tutta Europa, che spesso, sono solo frutto di ideologie radicali e del tutto prive di senso e sul ruolo che l’opinione pubblica ha, accettandole ed in modo acritico, contribuendo così per ignavia, al peggioramento dell’ambiente credendo di migliorarlo.

“Da qualche tempo ci viene da più parti segnalato che una delle città d’arte, storia e cultura più famose al mondo, Firenze, ha dichiarato guerra agli alberi. 

Quali siano le ragioni di questa folle strage, che sta massacrando il verde urbano, è difficile capire.
Alberi sani, preziosi fornitori di ossigeno, ombra, frescura e benessere, che dovrebbero essere benedetti in queste estati roventi: e invece vengono considerati come nemici da abbattere e condannati a morte, immiserendo il paesaggio, aggravando la crisi climatica e compromettendo la salute degli abitanti.

Un albericidio assurdo e inarrestabile, che prospera facilmente sul terreno fertile dell’analfabetismo ecologico: e del resto, la città non è nuova a imprese del genere, che sono rimaste scolpite nella storia dei misfatti ecologici, da Piazza della Vittoria al Parco delle Cascine. 

Ma queste pubbliche istituzioni pensano davvero di operare per il bene della collettività?
Viene da chiedersi se dietro ai barbari interventi non si celino piuttosto ben altri interessi, privati ed inconfessabili che prima o poi verranno a galla.. e certo non faranno onore ai colpevoli dello scempio.

Forse qualcuno dovrebbe ricordare ai responsabili di questi scellerati interventi che il Consiglio di Stato, con l’illuminata Sentenza n. 2178 del 27 ottobre 2022aveva autorevolmente stabilito che non si tagliano gli alberi senza validi e documentati motivi. 

Spiegando anche che appaiono ridicole le promesse di sostituire le piante con altre più giovani, perché neppure la piantagione di migliaia di arboscelli potrebbe compensare il verde perduto, né mai riuscirebbe a svolgere le stesse funzioni.

È tempo dunque che la cittadinanza, il mondo della cultura e della scienza e i mezzi di informazione si sveglino, e si uniscano alla civile protesta lanciata da Italia Nostra e dagli ambientalisti su questo tema fondamentale, da cui dipende lo stesso prestigio della città.

Occorre cambiare cultura e strategia, per rispettare e migliorare il verde urbano, considerando l’Albero un vero amico, generoso portatore di immensi benefici.

Purtroppo, tuttavia, non è solo Firenze, o l’Italia, a soffrire di questa cultura anti arborea, ma l’Europa intera. 
Secondo l’autorevole periodico “Internazionale” infatti “L’Europa è il continente che si sta riscaldando più rapidamente, a causa dell’effetto serra”. 
Lo confermano i dettagliati rapporti dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale e gli studi approfonditi di COPERNICUS (Osservatorio Climatico dell’Unione Europea).

Negli ultimi vent’anni, infatti, il numero di morti dovute al caldo, è aumentato del 30%, con particolare intensità nelle aree metropolitane.
Un fatto che non stupisce, in quanto, è proprio nelle città densamente popolate, in gran parte cementificate e povere di verde che la temperatura raggiunge i massimi livelli.
E d’altro canto l’Europa, un tempo ricchissima di foreste, le sta oggi sfruttando e massacrando come mai in passato.

Si sta quindi distruggendo il prezioso “polmone verde” che offriva al continente Ossigeno, ombra e frescura, e questo non è senza gravi conseguenze per il clima, causando siccità, alluvioni e fenomeni estremi mai visti in precedenza.

Del resto è noto, e scientificamente provato, che nei territori provvisti di copertura arborea si registrano temperature inferiori anche di 10° rispetto a quelli che ne sono privi. E recenti studi del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno dimostrato che, quando il termometro registra 40°, nelle zone urbane prive di alberi viene percepita una temperatura più alta, che può raggiungere perfino 50°.
Anche perché alla mancanza del mantello verde si aggiunge il calore espulso dalle marmitte catalitiche delle auto, e dagli impianti di condizionamento delle abitazioni.

In conclusione una domanda sorge spontanea e ineludibile: ma è possibile che la gente non si renda conto dell’importanza di difendere il verde, i viali alberati, i giardini e il manto arboreo delle città in cui viviamo?
Ma davvero vuole vivere senza ombra e frescura, in un ambiente urbano sempre più caldo e soffocante?
Non si rende conto del male che sta facendo non solo al paesaggio, alla natura, alla biodiversità e al clima, ma anche alla propria salute e al benessere della comunità?”

 

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