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Firenze - Area occupata dal 1981 regolarizzata per la Tramvia: il caso Vallina riaccende la polemica sulla gestione del territorio

Il gruppo consiliare “Per il Cambiamento” denuncia la regolarizzazione tardiva di un’area occupata da oltre 40 anni a Bagno a Ripoli

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Gruppo Consiliare "Per il Cambiamento" Gruppo Consiliare "Per il Cambiamento" © nn
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Un terreno occupato illegittimamente dal 1981 e mai espropriato formalmente fino ad oggi, finisce al centro di una polemica politica che chiama in causa la gestione del territorio da parte della Città Metropolitana di Firenze. Il nodo è riemerso con forza nei giorni scorsi, quando il Consiglio metropolitano, su proposta del Sindaco Brenda Barnini Funaro, ha approvato un’“acquisizione sanante” dell’area in questione, situata lungo la S.P. 34 tra viale Europa e Vallina, nel Comune di Bagno a Ripoli. Una decisione che arriva dopo oltre 44 anni di occupazione senza regolare decreto di esproprio, ma che, secondo i consiglieri del gruppo “Per il Cambiamento”, viene finalmente sbloccata non per sanare un’anomalia amministrativa, ma perché l’area è necessaria alla realizzazione della nuova tratta della Tramvia – la Linea 3 (II lotto), da piazza Libertà a Bagno a Ripoli.

 

“Una politica del piccolo cabotaggio – denunciano Claudio Gemelli, Vittorio Picchianti, Alessandro Scipioni e Gianni Vinattieri – priva di visione strategica e trasparenza”.

La cronistoria dell’irregolarità: dal 1979 a oggi

Il caso affonda le radici nel febbraio 1979, quando il Consiglio provinciale di Firenze approvava in linea tecnica il progetto di adeguamento della strada provinciale S.P. 34.
Nel novembre 1980 veniva redatto il verbale di immissione in possesso degli immobili, seguiti da un acconto dell’80% dell’indennità di esproprio nel giugno 1981.
Tuttavia, il decreto di esproprio vero e proprio non fu mai emesso, lasciando l’area in uno stato di occupazione illegittima per oltre quattro decenni, nel silenzio delle successive amministrazioni provinciali e metropolitane.

Un’anomalia che non avrebbe mai trovato soluzione, se non fosse che oggi quei terreni sono cruciali per il passaggio della nuova linea della Tramvia, un’opera pubblica considerata strategica per la mobilità metropolitana.

L’interesse per la Tramvia sblocca il caso

A far scattare l’azione amministrativa è dunque l’avvio della realizzazione della Linea 3 della Tramvia, progetto di rilievo che, secondo i consiglieri d’opposizione, ha dato finalmente una spinta politica sufficiente a sbloccare un nodo mai affrontato prima con la dovuta serietà.

Il Consiglio ha approvato l’acquisizione sanante per un importo di 65.540 euro, importo che graverà come debito fuori bilancio per l’Ente, in assenza di un piano generale di regolarizzazione delle altre occupazioni illegittime eventualmente presenti sul territorio metropolitano.

La denuncia del gruppo “Per il Cambiamento”

“Quanti altri casi come questo sono ancora presenti nella provincia di Firenze?”, si domandano i consiglieri del gruppo “Per il Cambiamento”. L’assenza di un piano organico per la gestione e il completamento degli espropri e la regolarizzazione delle occupazioni viene indicata come sintomo di una governance approssimativa, attenta solo quando l’interesse pubblico coincide con interventi infrastrutturali rilevanti.

Secondo Gemelli, Picchianti, Scipioni e Vinattieri, questo episodio dimostra una gestione reattiva, non preventiva, priva di un censimento aggiornato delle proprietà soggette a occupazioni irregolari, e senza un indirizzo chiaro per la tutela della legalità e dei diritti dei cittadini coinvolti.

“Non si può agire solo quando un’opera importante lo impone – sostengono – ma è necessaria una visione più ampia, sistematica, trasparente e programmata”.

Una questione aperta sulla gestione del patrimonio pubblico

Il caso del tratto viale Europa – Vallina pone all’attenzione pubblica un problema più ampio: l’effettiva capacità della Città Metropolitana di Firenze di conoscere e gestire in modo efficiente il proprio patrimonio territoriale, in un contesto in cui gli errori amministrativi del passato continuano a generare conseguenze legali, economiche e politiche.

La decisione di sanare la situazione con un atto d’urgenza e un esborso economico extra-bilancio, pur essendo legittima e risolutiva sul piano formale, lascia aperti molti interrogativi sul metodo, sui tempi e sulla visione complessiva dell’Ente.


L'area occupata dal 1981 è oggi regolarizzata, ma a caro prezzo e con un debito fuori bilancio. Il gruppo “Per il Cambiamento” denuncia una gestione frammentaria del territorio da parte della Città Metropolitana, chiedendo chiarezza, programmazione e trasparenza su tutte le occupazioni ancora irregolari.

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