Flavia Guerra © Comune di Barberino Tavarnelle
La trentaduesima edizione del Palio dei Ciuchi di San Donato in Poggio, svoltasi il 13 luglio 2025, ha assunto un valore simbolico e storico senza precedenti. Per la prima volta, una donna – la ventottenne fiorentina Flavia Guerra – ha partecipato e vinto la tradizionale corsa degli asini, riscrivendo una pagina significativa della memoria collettiva del borgo. La manifestazione trae ispirazione dal leggendario Ratto delle Sandonatine, avvenuto in epoca medievale, quando un gruppo di cavalieri senesi rapì le giovani del paese, scatenando l’ira dei sandonatini e dando vita a una vicenda tramandata nel tempo tra storia e mito.
Flavia Guerra, appassionata di equitazione da sette anni, ha rappresentato la contrada di via dei Baluardi in groppa all’asina Vittoria, riportando al successo una squadra che non vinceva dal 1997, anno della sua nascita. La sua partecipazione ha segnato un punto di svolta: non solo per il risultato sportivo, ma anche per l’inclusione di genere in una competizione fino ad oggi dominata da soli uomini. La giovane fantina ha dichiarato di aver coltivato questo sogno dal 2016, trovando ora il coraggio di candidarsi e ricevendo accoglienza senza alcuna discriminazione.
La corsa si è svolta nel suggestivo “Ciucodromo”, davanti alla Pieve romanica, su un tratto di circa 100 metri. In gara sei contrade: via dei Baluardi, via dei Fossi, via del Giglio, via Senese, Pietracupa e piazza Malaspina. L’evento è stato preceduto da un corteo storico in costume e affiancato dal Bruscello, opera teatrale curata da Massimo Salvianti. Il sindaco David Baroncelli ha sottolineato il valore culturale e comunitario della manifestazione, espressione viva di folklore, memoria e identità territoriale. L’iniziativa è stata promossa dalla Pro Loco con il patrocinio del Comune, nell’ambito della tradizionale Bruscellata.
Con la vittoria di Flavia Guerra, il Palio dei Ciuchi 2025 non è solo una competizione vinta: è il simbolo di un riscatto collettivo che, a distanza di secoli, riscrive con orgoglio il ruolo delle donne nella storia e nelle tradizioni del Chianti fiorentino.


