Piscina Costoli © nc
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) ha denunciato con fermezza quanto accaduto alla piscina Costoli, dove un giovane con disabilità, Matteo Marconcini, si è visto impedire l’accesso all’acqua nonostante fosse accompagnato da un educatore. Secondo il CNDDU, non si tratta di un semplice malinteso operativo, ma di un episodio che mette in luce come la società spesso confonda prudenza con esclusione e regole con pregiudizi.
La notizia dell’accaduto era stata già riportata da Forza Italia Firenze, che aveva espresso una dura condanna dell’episodio e chiesto chiarimenti alle istituzioni (leggi l’articolo su okfirenze.com).
Inclusione negata
«Quando il diritto allo svago viene negato, anche indirettamente, si nega dignità, libertà di movimento e piena partecipazione alla vita sociale», ha dichiarato il presidente del CNDDU, prof. Romano Pesavento.
Ogni esclusione, anche se motivata da ragioni di “sicurezza”, sottolinea l’associazione, lascia un segno profondo e trasmette un messaggio discriminatorio: alcune persone non sarebbero considerate meritevoli degli stessi spazi di socialità degli altri cittadini.
L’appello del CNDDU
Il Coordinamento invita istituzioni, operatori e cittadini a riflettere su cosa significhi realmente inclusione: non è sufficiente limitarsi a “non discriminare”, ma occorre abbattere le barriere invisibili che ostacolano la piena partecipazione delle persone con disabilità.
«Ogni operatore pubblico, ogni educatore, ogni struttura – prosegue il CNDDU – deve farsi protagonista di un cambiamento culturale che metta al centro la persona e il diritto a vivere la comunità».
Sicurezza e civiltà
Il CNDDU conclude richiamando l’urgenza di costruire una cultura della responsabilità condivisa, dove la sicurezza non diventi un pretesto per escludere. «La vera sicurezza è il rispetto; la vera civiltà è l’inclusione», afferma Pesavento, auspicando che episodi come quello di Firenze diventino presto solo il ricordo di una società in transizione verso il pieno riconoscimento dei diritti di tutti.


