Il complesso di San Gallo visto dall'alto © Per un'alltra città
Da una parte lo stop (ma un accordo visti i protagonisti in campo siamo certi verrà trovato) al turistificio dell'ex convitto della Calza, come riportato nei giorni scorsi da diversi quotidiani e dall'altra quasi il fine lavori per lo scempio in atto all'ex ospedale militare di via San Gallo.
Per il convitto della Calza, come riferito nei giorni scorsi dal Corriere Fiorentino, infatti, nonostante la destinazione d’uso non fosse stata modificata al momento del passaggio di proprietà, rimanendo direzionale, nella struttura un tempo di proprietà della Curia era svolta attività di carattere turistico-ricettivo, come confermato anche dalla presenza su noti portali di quella che dovrebbe in realtà essere un centro benessere (per il quale l’attività di foresteria è possibile, purché non sia prevalente).
Già nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale l’assessora all’Urbanistica Caterina Biti aveva annunciato maggiori controlli da parte della polizia municipale fino allo stop ai lavori (che all’interno della struttura sono ancora in corso).
Ma se per questo nuovo "cubo nero" arriva lo stop anche se non ci crediamo durerà..., per un’altra i lavori procedono spediti.
Nell’ex ospedale militare di San Gallo sta infatti, sorgendo un nuovo mega-spazio ad uso e consumo esclusivamente turistico, come denunciato da Massimo Torelli del comitato Salviamo Firenze che non esita a parlare di un nuovo ‘cubo nero’:un resort di lusso, scrivono i quotidiani, dove le case saranno in vendita all’astronomica cifra di ventimila euro al metro quadrato.
Fa già discutere l’impatto visivo del progetto, con le palazzine centrali, scrive Repubblica, che avranno un’altezza di ventitré metri, quindici in più rispetto alle case circostanti.
Dopo il Cubo nero, spuntato sull’area del Teatro Comunale, l’ex ospedale militare di San Gallo sarà il prossimo frutto avvelenato di un modello urbanistico che, consolidatosi in città nell’arco di una quindicina di anni, sposa la finanziarizzazione turistico-immobiliare alla rinuncia al governo del territorio come sottolineano da "Un'altra città" da sempre in campo per fermare questa china causata a loro dire nel sistema concessorio vigente, nelle vistose anomalie contenute nei piani regolatori delle giunte Renzi e Nardella (tra cui la più vistosa è l'abolizione dell'obbligatorietà del restauro sugli edifici vincolati), nelle modifiche alla legge urbanistica regionale detta legge Marson, nonché nelle politiche di alienazione dei beni immobili.
L'ex capitale della bellezza continua a trasformarsi in un turistificio per ricchi senz'anima.


