Andrea Corti © Chianti colli Fiorentini
Il Consorzio Chianti dei Colli Fiorentini traccia un bilancio estremamente positivo della vendemmia 2025, ma lancia al tempo stesso un forte allarme per le conseguenze economiche dei dazi imposti sul mercato statunitense. Il presidente Andrea Corti ha evidenziato come la stagione appena conclusa si sia rivelata favorevole sia in termini quantitativi sia, soprattutto, qualitativi, ma che l’incertezza legata alle esportazioni rischia di compromettere la sostenibilità economica di molte aziende vitivinicole del territorio.
Secondo Corti, le condizioni climatiche dell’anno hanno garantito un raccolto di ottima qualità, con uve sane e profumate che lasciano presagire vini ben strutturati, equilibrati e di grande piacevolezza. La vendemmia, favorita dall’assenza di gravi parassitosi e da un andamento meteorologico regolare, si è svolta senza criticità, permettendo di mantenere la produzione in linea con le medie degli ultimi anni.
Il presidente ha inoltre sottolineato come il Consorzio, che rappresenta produttori distribuiti su 16 comuni della provincia fiorentina, stia consolidando una reputazione fondata su competenza, innovazione e attenzione al mercato. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere unica la produzione locale, valorizzando l’identità territoriale del Chianti dei Colli Fiorentini e rispondendo alle nuove tendenze dei consumatori, sempre più diversificati e attenti alla qualità.
Nonostante l’entusiasmo per l’annata, Corti ha espresso forte preoccupazione per la politica dei dazi attualmente in vigore, che colpisce in particolare il settore vitivinicolo italiano. La mancanza di un accordo commerciale stabile con gli Stati Uniti — mercato di riferimento per oltre il 30% delle esportazioni del Consorzio — rischia di rallentare il flusso delle vendite e di costringere i produttori a trattenere in cantina un vino di altissimo livello. “Senza un intervento politico tempestivo – ha dichiarato Corti – sarà difficile trovare alternative in grado di compensare la perdita di un mercato di tale rilevanza”.
Il presidente ha quindi rivolto un appello alle istituzioni nazionali ed europee affinché si impegnino a negoziare soluzioni concrete, in grado di tutelare un comparto che rappresenta non solo un’eccellenza enologica, ma anche un elemento identitario ed economico fondamentale per il territorio. In assenza di interventi, il rischio è che la straordinaria qualità dell’annata 2025 resti confinata nei magazzini, vanificando l’impegno e la professionalità che da sempre contraddistinguono i produttori del Chianti dei Colli Fiorentini.


