Immagine di repertorio © Ufficio stampa - PMLI
In occasione dell’80° anniversario della Liberazione, il Partito Marxista-Leninista Italiano (PMLI) diffonde un documento di forte impatto politico e ideologico, in cui la celebrazione del 25 Aprile diventa il punto di partenza per un’accusa frontale al governo Meloni, definito senza mezzi termini come un regime neofascista in continuità con l’eredità storica del Ventennio. Nel testo, pubblicato su Il Bolscevico e riportato nel volantino diffuso dal partito, il PMLI ripercorre i passaggi salienti della guerra di Liberazione: dagli scioperi operai del 1943 alle Quattro Giornate di Napoli, dalla liberazione di Roma e Firenze fino all’insurrezione armata del 25 aprile 1945. Un omaggio vibrante alla lotta partigiana, in particolare a quella comunista, vista come motore della liberazione nazionale.
Ma lo sguardo è tutto rivolto all’attualità: il PMLI sostiene che il fascismo non è mai scomparso, e che oggi si presenterebbe in una nuova veste attraverso le politiche del governo di Giorgia Meloni, etichettata polemicamente come il “Mussolini in gonnella”.
Tra i principali bersagli del documento:
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Il presidenzialismo proposto dal governo, descritto come un ritorno al piano della loggia P2;
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La controriforma della giustizia, che secondo il PMLI mira a subordinare il potere giudiziario all’esecutivo;
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Le cosiddette “leggi liberticide”, come il decreto Rave, il decreto Sicurezza, e le misure contro i migranti, accusate di restringere i diritti civili e criminalizzare la protesta sociale;
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La politica estera, considerata una restaurazione della strategia imperialista e colonialista di stampo fascista.
Il documento non risparmia nemmeno l'opposizione parlamentare, definita “imbelle”, e invita alla formazione di un fronte unitario anticapitalista, democratico e progressista. L’obiettivo dichiarato è quello di “abbattere il governo Meloni” attraverso la mobilitazione popolare di piazza, come avvenne contro il governo Tambroni nel 1960.
Il Segretario Generale del PMLI, Giovanni Scuderi, viene citato nel testo per ribadire la necessità di una rivoluzione socialista che sostituisca il capitalismo con un sistema proletario, accusando la borghesia di detenere ogni forma di potere e relegare il popolo al solo diritto di voto, privo di reale incisività.
Il volantino si chiude con un appello diretto:
“Viva il 25 Aprile! Viva la Resistenza! Liberiamo l’Italia dal regime capitalista neofascista di Meloni!”
Una posizione netta, che nel giorno della memoria e della celebrazione della democrazia, riporta con forza il dibattito politico sul campo del conflitto ideologico e della lotta sociale, con toni che evocano la radicalità della Resistenza partigiana.



Mario Eustachio De Bellis
...e contro l'Autonomia Differenziata